lunedì 1 dicembre 2014

Recensione di Adieu au language


Un film di Jean-Luc Godard. Con Kamel Abdeli, Héloise Godet, Zoé Bruneau, Richard Chevallier, Jessica Erickson.Drammatico, durata 70 min. - Svizzera 2014. -  uscita giovedì 20 novembre 2014

“Chi manca d’immaginazione si rifugia nella realtà” questo l’incipit ma anche la chiave di lettura di questo film-manifesto del cineasta francese Jean Luc Godard, che con esso, ci chiede di allontanarci dai linguaggi visivi a cui siamo abituati, per vivere una nuova esperienza con la settima arte. Il cinema dunque, non più uno strumento narrativo lineare, ma una macchina che serve per catturare ciò che i nostri occhi non sono in grado di vedere... Continua a leggere

domenica 23 novembre 2014

The Nightcrawler - Lo Sciacallo recensione


Un film di Dan Gilroy. Con Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Bill Paxton, Riz Ahmed, Kevin Rahm. «continua Ann Cusack, Eric Lange, Anne McDaniels, Jamie McShane, Kathleen York Titolo originale  Nightcrawler. Thriller, durata 117 min. - USA 2014. – Notorious -  uscita giovedì 13 novembre 2014

Presentato al Festival del Cinema di Toronto prima e di Roma poi, Nightcrawler – Lo sciacallo narra la storia di Lou Bloom (Jake Gyllenhaal), un giovane cinico e ambizioso, che fa soldi rubacchiando e rivendendo rame e materiale ferroso al miglior offerente.  Un giorno, per caso, si trova ad assistere ad un incidente automobilistico molto grave. Durante i soccorsi, si accorge di una troupe televisiva intenta a riprendere le operazioni dei poliziotti e ha un'illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi.  Il successo però lo renderà sempre più spietato, e l’incontro con l’autrice televisiva Nina (Rene Russo) aumenterà il suo ego.
“If it bleeds, it leads”. E’ da questo mantra del giornalismo d’inchiesta americano sulla spettacolarizzazione del dolore che nasce l’opera prima dello sceneggiatore Dan Gilroy, qui in veste anche di regista e produttore. Gilroy mette in forma un’opera nuova, criticando velatamente ma aspramente il sistema giornalistico dei media americani, drogato dalla logica imponente degli ascolti e dello scoop, e mosso altresì dal fenomeno del citizen journalism e del report d’assalto ... >> continua a leggere


Laura Rubino

giovedì 25 settembre 2014

Italy in a Day - Un giorno da Italiani


Un film di Gabriele Salvatores. Documentario, durata 75 min. - Italia, Gran Bretagna 2014. - 01 Distribution uscita martedì 23 settembre 2014

Un anno fa, il 26 ottobre 2013, è stato chiesto a noi Italiani di raccontare con un video un momento importante o significativo della nostra giornata, nell’arco delle 24 ore.

Il risultato?

44.000 video.
2.200 ore di girato.
24 ore di vissuto, raccolte da Gabriele Salvatores in un diario collettivo di 75 minuti.

Prodotto da Rai Cinema, indiana e Scott Free ( quella di Ridley Scott),  Italy in a Day è  la versione italiana di Life in a Day,  girato il 24 luglio 2010. Non semplicemente un film, e neppure un documentario o un “social-movie”, come qualcuno l’ha definito. Italy in a Day siamo noi: la nostra storia, la nostra vita, la nostra terra.
 
Un’esperienza visiva difficile da raccontare. Ci sono la paura, l’amore, il fuoco, la fatica,  la solitudine, la vita, il mare, la malattia,  la separazione, la nostalgia, l’attesa e la preghiera . Ci sono le nostre contraddizioni, il nostro passato e il nostro futuro.

Il risultato è l’immagine di un’Italia ferita ma ricca di dignità e di speranza perché, come dice uno dei tanti protagonisti e autori di questo importantissimo documento cinematografico: “ Quando c’è l’amore, il mondo non  è poi un posto così da buttare.”

L’ho già scritto, ma lo ripeto: Italy in a Day è un esperimento entusiasmante che ti far venir voglia di VITA!!!


Laura Rubino

mercoledì 4 giugno 2014

Alabama Monroe- Una storia d’amore


Un film di Felix Van Groeningen. Con Veerle Baetens, Johan Heldenbergh, Nell Cattrysse, Geert Van Rampelberg, Nils De Caster.  Drammatico, durata 110 min. - Belgio 2012.

Questa piccola perla di Felix Van Groeningen, tratta da un’opera teatrale di Johan Heldenbergh (protagonista maschile del film), ha come perno la storia d’amore tra  Didier, un musicista country “bluegrass” ossessionato  dal Mito Americano, e Elise,  tatuatrice con la passione per la musica e (appunto) i tatuaggi.  Sarà proprio la musica a giocare un ruolo importante nella loro storia d'amore, soprattutto quando Elise comincerà a cantare con Didier e la sua band. Un’unione profonda e viscerale, che porterà alla nascita della bellissima Maybelle, ma che la successiva malattia della bambina metterà a dura prova.

Non stupisce che questa pellicola abbia dato filo da torcere alla nostra “Grande Bellezza” nella categoria miglior film straniero durante la cerimonia degli Academy Awards dello scorso 3 marzo 2014.
Alabama Monroe è una storia melanconica come la musica che la scandisce,  che parla di coraggio, di forza, di dolore. E’ il racconto di un amore sincero costretto a fare i conti con la realtà e la fragilità della mente umana, ma è anche la cronaca di una tragedia personale e familiare.

 Il regista fiammingo costruisce un impianto narrativo non lineare, incrociando delicatamente passato e presente con una scelta stilistica che sminuzza la linea emotiva dello spettatore, diviso tra speranza e delusione, tra passione e strazio, tra amore e perdita.  Un’altalena emozionale supportata da un’interpretazione piena di sincerità e precisione e da simbolismi suggestivi e evocativi.

Il risultato è un melodramma raffinato e potente, in grado di restare impresso sulla pelle come i tatuaggi della dolce Elise.



Laura Rubino

giovedì 15 maggio 2014

Gigolò per caso - La recensione


Un film di John Turturro. Con John Turturro, Woody Allen, Sharon Stone, Sofía Vergara, Vanessa Paradis - Commedia, durata 98 min. - USA 2013. - Lucky Red - uscita giovedì 17 aprile 2014

New York. Murray ( Woody Allen) è un libraio entusiasta e frenetico che, coinvolto dalla crisi, si vede costretto a chiudere la storica libreria di famiglia. Nel tentativo di trovare il più velocemente possibile una soluzione per sanare la sua situazione finanziaria, Murray decide di coinvolgere il suo fidato amico Fioravante (John Turturro), un fioraio malinconico e affascinante,  nel mestiere più antico del mondo. L'uno (John Turturro) si ritroverà nei panni di un gigolò, l'altro (Woody Allen) nel ruolo di improbabile impresario.  Un espediente creativo che frutterà ai due amici molta fortuna ma anche tanti imprevisti.

Dopo l’apprezzato e colorato Passione (2010), Turturro torna alla regia con una commedia coinvolgente e raffinata che gioca con il tema del sesso a pagamento con ironia e leggerezza, senza mai approfondirlo o giudicarlo.

Personaggi bizzarri ma ben studiati ( Sofia Vergara è esilarante), dialoghi brillanti e divertenti ed una particolare attenzione ai dettagli rendono la visione piacevole e piuttosto lineare. Le strade si trasformano in palcoscenici in cui i diversi personaggi mettono in scena i loro drammi e commedie, tutti gradevolmente scanditi da una bellissima colonna sonora che  gioca un ruolo fondamentale (e forse qui c’è l’influenza di Spike Lee, con cui Turturro ha lavorato molte volte). La musica jazz si fonde con la storia (bellissima la versione di “Tu’ si na cosa grande” di Domenico Modugno, cantata da Vanessa Paradise) regalando emozioni.

Il risultato è una pellicola pulita e senza troppe pretese, che i fan di Allen, qui in un personaggio cucitogli addosso in modo perfetto, apprezzeranno sicuramente!


Laura Rubino

giovedì 20 marzo 2014

Allacciate le cinture - La recensione


Un film di Ferzan Ozpetek. Con Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Francesco Scianna, Carolina Crescentini, Carla Signoris, Paola Minaccioni -Commedia, durata 110 min. - Italia 2013. - 01 Distribution - uscita giovedì 6 marzo 2014.

Dopo quasi due anni dall'interessante (ma poco riuscito) esperimento di “Magnifica Presenza”, il regista Italo–turco torna a fare la cosa che più gli riesce: parlare dell’amore e delle sue conseguenze.
Coadiuvato dal “ritrovato” autore (e produttore) Gianni Romoli (“Saturno Contro”, “Cuore Sacro”), ci racconta la storia di Antonio e Elena, due ragazzi molto diversi che, accecati da un’illogica, improvvisa passione, rivoluzionano la loro vita e abbandonano i rispettivi fidanzati, andando contro la loro famiglia e i loro amici. Tredici anni dopo li ritroviamo lì, a fare i conti con un amore minato dai continui tradimenti di lui e dall'improvvisa malattia di lei, ma tutto sommato, ancora in piedi.

Ozpetek si conferma un maestro nel portare sullo schermo sentimenti e turbamenti dell’animo umano. L’amore per i primi piani rende ogni singolo fotogramma carico di una forza emozionale tangibile agli spettatori… ma il risultato finale non convince. La Danza scenica e corale a cui il regista turco ci aveva abituati (ed anche un po’ tediati), cede il posto a personaggi che interessano ma non coinvolgono, come se mancasse armonia.

La cura certosina e sublime della fotografia (bellissima e dettagliata come solo Ozpetek sa fare) e le musiche d’autore del musicista Pasquale Catalano non danno ali ad un prodotto incerto, che spazia dal melodramma alla comicità,  pennellato da personaggi  a volte interessanti,  a volte prevedibili, tra cui spicca una Paola Minaccioni smagrita ma credibilissima, e già in odore di Nastro d’Argento.
Ho sempre amato il modo di Ozpetek di raccontare storie, strade e personaggi, ma questa scelta del melò (e anche di Francesco Arca, diciamolo) sembra quasi una manovra azzardata, da cinture saldamente allacciate… Peccato!

Laura Rubino

mercoledì 12 febbraio 2014

Dallas Buyers Club - La recensione






Un film di Jean-Marc Vallée. Con Matthew McConaughey, Jared Leto, Jennifer Garner, Denis O'Hare, Steve Zahn - Drammatico, durata 117 min. - USA 2013. - Good Films - uscita giovedì 30 gennaio 2014

Tratto da un articolo di sei pagine di Bill Muntaglio apparso sul  Dallas Life Magazine  nel 1992, “Dallas Buyers Club”  racconta la vera storia di  Ron Woodroof, un elettricista texano amante dei rodei, delle donne e della droga, che nel 1985 scopre di aver contratto l'HIV  e di avere una prognosi di soli 30 giorni di vita. Ostacolato  dalle severe leggi americane sui farmaci, e tutt'altro che rassegnato a questa sorta di condanna a morte, Ron trova un’ancora di salvezza nelle cure alternative e in un mix di vitamine che comincia a esportare di contrabbando dal Messico, andando contro la comunità scientifica. In seguito, grazie all'aiuto di Rayon, un paziente transessuale malato di AIDS, fonda il Buyers Club, un vero e proprio club associativo per fornire cure ai sieropositivi, continuando così a combattere la sua lotta per la sopravvivenza.

Un inno alla vita quello che Jean- Marc Vallèe (C.R.A.Z.Y, The Young Victoria) porta sullo schermo, e lo fa con immagini cariche di forte realismo, complice anche una sceneggiatura originale dotata di attenta sensibilità.  Una narrazione commovente resa ancora più immediata dalle performance straordinarie di Matthew McConaughey e Jared Leto (entrambi smagriti e credibilissimi).

Un film che parla di coraggio, di riscatto e perché no, anche di amore.  Perché quella di Woodroof non è solo una lotta contro la malattia ma anche contro se stesso, contro l'omofobia e contro i pregiudizi che prima gli appartenevano e che continuano ad appartenere al suo stesso paese.

Ron è un vero cowboy, e il rodeo per lui diventa metafora dell’esistenza. Cavalcare senza sella può essere estremamente pericoloso, ma Ron non molla e si aggrappa con tutte le sue forze alla vita come se fosse un cavallo selvaggio, nel tentativo di domarla.

Un tentativo, ci piace dirlo, che donerà altri 7 anni all'uomo che non avrebbe dovuto vivere più di 30 giorni.


Laura Rubino



domenica 9 febbraio 2014

American Hustle - L'apparenza inganna


Un film di David O. Russell. Con Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence - Drammatico – Poliziesco, durata 138 min - USA 2013 - Eagle Pictures  - uscita mercoledì 1 gennaio 2014

E' vero, è passato quasi un mese dalla sua uscita, ma era doveroso parlarne, prima o poi.

Dieci candidature all'Oscar (non saranno un po'troppe?) per questo poliziesco ben confezionato del regista candidato all'Oscar David O’Russell (Il Lato Positivo, The Fighter).
Ispirato ad un’operazione condotta dall'Fbi alla fine degli anni ‘70  denominata Abscam, il  film narra la storia di un truffatore che, con la complicità di un avido agente dell'Fbi, stanò la corruzione dilagante tra i membri del Congresso degli Stati Uniti d'America.

Riprese fluide e scrittura in crescendo che cattura e non annoia, ottimo lavoro di fotografia e costumi (due delle nomination sono per loro) e un cast di stelle più in forma che mai (Christian Bale, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence, Amy Adams, Bradley Cooper, Louis C.K. e Robert De Niro) fanno di questo film un progetto in grado di strizzare l’occhio a critica e pubblico.

Apparentemente, quindi, tutto sembra giocare a suo favore; ma, personalmente, ritengo che l’atmosfera del film si esaurisca dopo i 135 minuti di proiezione.
L'incisività, lo smalto, la brillantezza delle singole parti non riescono a comporre un quadro totale che rimanga nella memoria dello spettatore. Il messaggio insomma viene diluito e assorbito durante la visione, al termine della quale non rimane altro che la sensazione di aver assistito a qualcosa di bello ma effimero, che non lascia impronta di sé.

Laura Rubino



martedì 4 febbraio 2014

A proposito di Davis - la recensione




Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett,  John Goodman  -  Drammatico,  durata 105 min. - USA, Francia 2013. - Lucky Red  - uscita giovedì 6 febbraio 2014

Andare al cinema a vedere un lavoro dei fratelli Coen è un po’ come fare un salto nel buio; non sai mai cosa aspettarti: ironia, cinismo, realismo, continua sperimentazione. 
C’è sempre curiosità intorno ai progetti di questi due geniali cineasti statunitensi ed al fascino ermetico del loro modo di raccontare storie, personaggi situazioni e azioni.
Accade anche in questa pellicola,“A proposito di Davis”, che segna il ritorno dei fratelli del Minnesota dopo le atmosfere western de Il Grinta.

Ispirato alla figura dell’artista folk anni ‘60 Dave Van Ron, “Inside Llewyn Davis” (questo il titolo originale) racconta, nell’arco di una settimana, le disavventure di Llewyn Davis, un giovane cantante folk che, dopo la tragica morte del suo partner musicale, cerca faticosamente di farsi strada nel panorama dei baskethouses' del Greenwich Village, storico quartiere newyorkese che di lì a poco avrebbe portato alla ribalta Bob Dylan.

Alloggi di fortuna, ingaggi saltuari, agognate audizioni, incontri sfortunati e personaggi bizzarri (ma sapientemente studiati, e John Goodman ne è un esempio), fanno da cornice al senso di fallimento che poi è il tema centrale del film, spiegato tra le malinconiche note folk che ci accompagnano durante tutta la sua durata.

I dialoghi sono essenziali e la fotografia nostalgica, in grado di trasmetterci tutto il freddo, la tristezza, l'infelicità, la solitudine di questo personaggio.

Una favola semplice ma amara, resa ancora più malinconica dalla struttura circolare della storia (tipica dei Coen), che ci riconduce a quella sensazione di  rassegnazione già annunciata. 
Un’opera sofisticata, che esplora con tenero distacco non solo i sentimenti più bui dell’animo umano, ma anche un universo musicale dal cinema poco esplorato.
Laura Rubino

giovedì 30 gennaio 2014

The Wolf of Wall Street - Recensione


Regia: Martin Scorsese – Cast: Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Kyle Chandler, Jean Dujardin, Cristin Milioti, Matthew McConaughey, Margot Robbie 
Genere: biografico,  165 minuti – Produzione: USA, 2013 –  Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 23 gennaio 2014.

Atmosfera grottesca con risvolti circensi  per l’ultima fatica di Martin Scorsese che racconta magistralmente l'ascesa e il declino del broker senza scrupoli Jordan Belfort, interpretato da un sempre più consapevole e convincente Leonardo di Caprio,nel mondo dell’alta finanza.

Un festival degli eccessi in cui il protagonista si dimena, talvolta strisciante e biascicante, tra sesso, droga e potere. Un  affresco voyeuristico in cui ogni singola personalità è studiata alla perfezione. I personaggi si sentono  a proprio agio in  questo vortice di ambiguità e dipendenza; è invece lo spettatore a risultare  a disagio dall'accettazione del soggetto del proprio essere. 

Discreto e mai invadente l’approccio della macchina da presa, che cattura con eleganza  e sapienza intenzioni, aspirazioni e drammi dei protagonisti, resi ancora più pittoreschi dalla  esilarante scrittura di Terence Winter ( già sceneggiatore della fortunata serie Americana  “I SOPRANO” ) 
Scorsese torna a dirigere di Caprio  per la quinta volta, confermando un’alchimia magnetica in grado di convincere lo spettatore sin dal primo istante, e capace di  condurli, meritatamente, in lizza per l’Oscar..

Ci auguriamo che quest’anno il Lupo Leo perda finalmente il vizio e vinca quella statuetta!

Laura Rubino

mercoledì 29 gennaio 2014

The Counselor - Recensione



Un film di Ridley Scott con Michael Fassbender, Penelope Cruz, Cameron Diaz, Javier Bardem, Brad Pitt - Drammatico, durata 111 min. - USA, Gran Bretagna 2013 - 20th Century Fox - uscita giovedì 16 gennaio 2014.


Vi è mai capitato di uscire dal cinema con una sensazione di incompletezza e, tornando a casa, sentire l’impellente esigenza di andare a riguardare la trama del film? Ecco, più o meno, è quello che capita agli spettatori di The Counselor – Il procuratore, ultima fatica(ccia) di Ridley Scott: la storia di un Avvocato in difficoltà che, per risollevare le sue sorti,  decide di mettersi in affari con alcuni trafficanti di droga, tanto spietati quanto forbiti, sullo sfondo di un apocalittico scenario messicano. 

Il film sembra non decollare mai e la regia, pretenziosa e criptica quasi quanto la scrittura del Premio Pulitzer Cormac McCarth (già  noto al grande schermo per “ Non è un paese per vecchi”) cerca, invano, di seguirne le intenzioni. Questo, sommato al montaggio lento e confuso, fa di The Conselour uno dei più brutti e noiosi film di Ridley Scott, almeno secondo la mia opinione.  

A niente, dunque, valgono gli sguardi indifesi di Penelope Cruz, le bizzarre camicie del camaleontico Javier Bardem, le gonne corte e le gambe lunghe della (qui bravissima) Cameron Diaz, i completi di Armani del fascinoso Michael Fassbender e i lunghi capelli biondi del buon Brad Pitt. 

Insomma, si possono anche avere ingredienti di prima qualità per fare un buon piatto, ma se poi non si conosce la ricetta, il risultato sarà comunque qualcosa di ben poco appetibile.

Laura Rubino



Mi presento!

Benvenuti, mi chiamo Laura e sono una riccia ragazza pugliese, ormai naturalizzata romana, con una smisurata passione per il cinema. Non ricordo esattamente il momento del colpo di fulmine con la settima arte, ma c’è un episodio risalente a quasi 17 anni fa che considero chiave, e voglio raccontarvelo.


Era il 1997, avevo 11 anni, il comune della mia Città ( adorabile e barocca) aveva indetto un' iniziativa, estesa a tutte le scuole, per la quale prometteva l’ingresso gratuito al cinema a tutti i bambini che avessero portato all'ingresso almeno 50 bottiglie di plastica vuote. Il film in questione era La vita è bella di Roberto Benigni. 

Ricordo che nessuna tra le mie amiche voleva partecipare e così, decisi di farlo da sola. Mi impegnai tantissimo per conquistare il mio biglietto e alla fine consegnai 122 bottiglie di plastica vuote. Ero emozionatissima!!! C'era qualcosa di magnetico che mi spingeva a voler entrare a tutti i costi in quella sala buia e sedere su quelle rosse poltrone che puzzavano di lacrime, ricordi, baci , sorrisi...

Fu la prima volta che vidi un film al cinema da sola, un'esperienza così intima e personale che in qualche modo mi segnò.... e poi quel film .. così semplicemente imponente.. ma avremo modo di riparlarne.

Da lì, il passo a voler sapere, conoscere, imparare e studiare tutto su questa magia, fu breve. 

Questo blog nasce con l'idea di condividere con voi recensioni, impressioni e ricordi sui film del presente, del passato e del futuro.

Spero vi piacerà.

Nel frattempo grazie :-)

P.s : per i più curiosi l'immagine in copertina è un disegno dello scenografo Dante Ferretti per HUGO CABRET di Martin Scorsese, omaggio ad un film di Georges  Méliès del 1903 Il Regno delle fate ispirato alla favola della Bella Addormentata nel bosco.