giovedì 20 marzo 2014

Allacciate le cinture - La recensione


Un film di Ferzan Ozpetek. Con Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Francesco Scianna, Carolina Crescentini, Carla Signoris, Paola Minaccioni -Commedia, durata 110 min. - Italia 2013. - 01 Distribution - uscita giovedì 6 marzo 2014.

Dopo quasi due anni dall'interessante (ma poco riuscito) esperimento di “Magnifica Presenza”, il regista Italo–turco torna a fare la cosa che più gli riesce: parlare dell’amore e delle sue conseguenze.
Coadiuvato dal “ritrovato” autore (e produttore) Gianni Romoli (“Saturno Contro”, “Cuore Sacro”), ci racconta la storia di Antonio e Elena, due ragazzi molto diversi che, accecati da un’illogica, improvvisa passione, rivoluzionano la loro vita e abbandonano i rispettivi fidanzati, andando contro la loro famiglia e i loro amici. Tredici anni dopo li ritroviamo lì, a fare i conti con un amore minato dai continui tradimenti di lui e dall'improvvisa malattia di lei, ma tutto sommato, ancora in piedi.

Ozpetek si conferma un maestro nel portare sullo schermo sentimenti e turbamenti dell’animo umano. L’amore per i primi piani rende ogni singolo fotogramma carico di una forza emozionale tangibile agli spettatori… ma il risultato finale non convince. La Danza scenica e corale a cui il regista turco ci aveva abituati (ed anche un po’ tediati), cede il posto a personaggi che interessano ma non coinvolgono, come se mancasse armonia.

La cura certosina e sublime della fotografia (bellissima e dettagliata come solo Ozpetek sa fare) e le musiche d’autore del musicista Pasquale Catalano non danno ali ad un prodotto incerto, che spazia dal melodramma alla comicità,  pennellato da personaggi  a volte interessanti,  a volte prevedibili, tra cui spicca una Paola Minaccioni smagrita ma credibilissima, e già in odore di Nastro d’Argento.
Ho sempre amato il modo di Ozpetek di raccontare storie, strade e personaggi, ma questa scelta del melò (e anche di Francesco Arca, diciamolo) sembra quasi una manovra azzardata, da cinture saldamente allacciate… Peccato!

Laura Rubino